PORNHUB E GLI ALTRI: IL PORNO ONLINE PUò DIVENTARE ETICO? COSì I NUOVI PROPRIETARI PUNTANO A CAMBIARE LA PIATTAFORMA

A marzo la società che possiede Pornhub, MindGeek, è stata acquisita. Una notizia che potrebbe passare inosservata se non fosse che la società di private equity che l’ha acquisita, Ethycal Capital Partners (Ecp), ha in mente di rivoluzionare quello che è considerato il sito apripista del porno online come lo conosciamo ora.

Pornhub: cos’è e come ha influenzato il porno

Due parole per inquadrare il fenomeno. Pornhub è stato lanciato nel 2007 ed è da sempre una delle piattaforme più discusse: si ispira a YouTube ma offre contenuti per adulti. Acquisito tre anni più tardi da MindGeek, oggi vanta circa 130 milioni di utenti unici quotidiani e ricavi che sorpassano i 480 milioni di dollari secondo gli esperti. Insieme al «fratello maggiore» YouPorn (anche questo di proprietà di MindGeek) ha contribuito a rendere il porno online così come è adesso: gratuito (grazie all’introduzione della pubblicità), libero (chiunque può caricare contenuti), controverso (una manciata di temi, tra i tanti, per i quali il sito è finito sotto accusa: i video non consensuali, la difficoltà di controllare la maggiore età degli utenti, gli abusi sui minori…).

L’acquisizione di Ecp

Cambiare le carte in tavola, rendendo il porno etico, è la missione di Ecp. Lo scrive proprio, nero su bianco, sul suo sito internet: «Cerchiamo opportunità di investimento e di consulenza in settori che richiedono una leadership etica di principio». La società, nata l’anno scorso, mette insieme delle personalità particolari per il mondo del porno: l’avvocato penalista Fady Mansour, la consulente specializzata in comunicazione e relazioni pubbliche Sarah Bain, l’imprenditore noto per aver fondato il più grande rivenditore di cannabis del Canada Rocco Meliambro, l’ex ufficiale della polizia canadese Derek Ogden. E Solomon Friedman, partner legale di Mansour. È lui il socio di spicco, ma è anche quello con il profilo più lontano dal mondo del porno: 38 anni, è cresciuto in una famiglia ebrea ortodossa di nove figli e ha studiato da rabbino, anche se poi ha preferito seguire la carriera da avvocato penalista. La svolta arriva dopo aver lavorato a diversi casi legati alla pedopornografia e aver letto un articolo denuncia sul sistema Pornhub pubblicato sul New York Times. In Friedman si è così fatta strada l’idea che fosse il momento di cambiare le regole del porno online e, quindi, il porno online stesso.

I primi cambiamenti (e le criticità)

L’obiettivo è rendere il porno più etico ma, in concreto, che significa? Per esempio attuare più controlli su età, identità e consenso dei video, creando delle linee guida e un sistema di verifica e denuncia molto più severo rispetto a prima (e anche rispetto alle altre piattaforme di questo tipo). Ma anche discutere in maniera aperta, mettendoci la faccia, dei temi legati alla sessualità nella società. Friedman infatti ne è certo: «Il porno è uno specchio che riflette la società – come ha dichiarato – quando le persone si lamentano del porno è come se si guardassero allo specchio, non si piacessero e pensassero che la soluzione è romperlo». I pareri degli esperti per ora sono ambivalenti. C’è chi ritiene le mosse della Ecp niente più di un furbo rebranding (MindGeek, per altro, subito dopo l’acquisizione ha cambiato nome diventando Aylo), e rimane scettico. C’è però anche chi le considera un esempio positivo, e purtroppo ancora raro, di cambiamento all’interno di un sistema fermo.

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